Cappella di San Virgilio – Vienna
Ad un certo punto della tua vita, ti troverai a Vienna. Camminerai tantissimo mentre sarai nella capitale austriaca, perché la maggior parte delle cose da vedere saranno raggiungibili a piedi, anche se il trasporto pubblico sarà eccezionale.
Del Duomo di Santo Stefano vedrai le guglie spuntare da lontano, sempre. È il simbolo della città. Ti guiderà. Però, proprio in Stephansplatz, troverai la luce sottoterra. Sì, sottoterra. Prenderai le scale mobili che conducono alla stazione della metropolitana che prende il nome dalla piazza. E arriverai alla Cappella di San Virgilio.
La luce, sotto terra.
La scoprono nel 1973, mentre stanno integrando le linee della metropolitana U1/U3. Secondo te, che faccia hanno fatto quando si sono trovati davanti questa cappella sotterranea? Secondo te, cosa si sono detti davanti a questo splendore gotico? Posso dirti cosa ho provato io, se vuoi.
Sono la prima visitatrice del pomeriggio. Il bigliettaio è gentile e sorridente. Mi dice: “Scendi la scala nera alla tua sinistra e goditi la visita”. Attraverso una porta di vetro e davanti a me si aprono muri che risalgono al tredicesimo secolo: la Cappella è stata infatti inizialmente costruita tra il 1220 e il 1230.
Mi ritrovo a pensare a quanti prima di me siano passati di qui: non solo dal 1973 in poi. Prima, dico prima. Prima di questa civiltà moderna, prima dei miei giorni, prima di questo secolo. Quante persone sono arrivate qui prima di me e hanno pregato, ringraziato, sorriso e pianto sotto a queste volte in granito? La Cappella è in silenzio assoluto, qua sotto scompaiono anche i rumori della metropolitana e dei turisti che affollano i negozi e le strade di Vienna.
Intorno al 1246, qualcuno la decora con pitture murali e croci solari nelle nicchie. Mi ritrovo ad osservarle più e più volte durante la mia visita. La prima è sul muro all’inizio della scala: è così vicina che sarebbe possibile toccarla, annullando anche la distanza fisica tra me e il pittore che l’ha messa lì. Non si fanno queste cose, però! Alcune delle croci solari sono più chiare delle altre: il rosso con cui sono state disegnate è un po’ più forte, un po’ più definito. La stessa tonalità è stata usata anche per disegnare dei mattoni molto grandi nelle nicchie. Non poteva immaginarselo l’artista che sarebbe diventato immortale, con due colpi di pennello.
Andiamo bene …
La storia della Cappella non è né chiara, né semplice soprattutto per una come me: a volte mi chiedo se io, storia, al liceo e all’università davvero l’ho studiata, perché certi nomi, certi avvenimenti, certe battaglie sono completamente scomparsi dalla mia memoria.
Questi muri sono legati ad un duca (evidentemente) importante nel tredicesimo secolo a Vienna: Federico II di Babenberg, detto il Bellicoso (Mai. Sentito. Nominare. Prima). Costui avrebbe fatto erigere la Cappella come cripta per San Colmano di Stockerau. (Mai. Sentito. Nominare. Prima. Andiamo bene), che avrebbe dovuto diventare il patrono della diocesi di Vienna. Peccato che di questo luogo di raccoglimento non si parli da nessuna parte.
Nel quattordicesimo secolo, poi, alcuni documenti menzionano una cappella funeraria di una famiglia viennese (evidentemente) influente (di cui non ti dico nemmeno il nome perché magari sei come me e alla fine dell’articolo non sai neanche più come ti chiami). L’importante è che ti ricordi che proprio questi materiali parlano di uno o più altari, uno dei quali era dedicato a San Virgilio da Salisburgo. Bam. Ecco il nome da dove viene.
Ma non finisce qui. Nel Medioevo, il Duomo di Santo Stefano era circondato da un grande cimitero dove c’era la piccola chiesa di Santa Maria Maddalena (dai, questo nome me lo posso ricordare) che veniva utilizzata per requiem e funzioni minori, che ora non esiste più perché è bruciata alla fine del 1700. La Cappella di San Virgilio si trovava proprio sotto quella della Maddalena e i due edifici erano collegati – apparentemente – da un pozzo verticale. Perché? E chi lo sa.
Altri documenti avanzano l’ipotesi che sia stata anche usata come ossario ad un certo punto, ma io qui mi fermerei perché mi pare di averti dimostrato che davvero poco di questa Cappella è dimostrabile.
Ma questo Virgilio, chi era, alla fine?
Era un irlandese, tra le altre cose.
Era un esperto di misurazioni della Terra. Terra che, contrariamente a quanto oggi si crede (soprattutto in riferimento alla vicenda di Cristoforo Colombo), nel Medioevo non è affatto ritenuta un disco piatto.
Ti invito a leggerti la sua storia, spiegata bene bene, qui:
https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2013/01/16/san-virgilio-di-salisburgo-ovvero-la-terra-e-rotonda/