Detroit – Hutchins Intermediate/Crosman Alternative school
Tutta la vita davanti
Il futuro. Hanno il futuro negli occhi. Li dovreste vedere, in questa primavera del 1922. Fieri di essere parte di un innovativo sistema scolastico che, da qualche anno, prevede la continuazione degli studi fino alle scuole superiori nello stato del Michigan. Nell’aria, la musica lontana di un rag-time, le guerre a venire, le bombe finanziarie, gli scontri razziali che tutto avrebbero divelto. Ma loro no, i miei primi studenti, se ne stanno lì, a gruppetti, di fronte ai miei cancelli, con tutta la vita davanti.
Io sono l’avanguardia
Io sono l’avanguardia, capite? Qui dentro, dopo che la campanella avrà suonato tra pochi minuti per la prima volta, questi giovani esseri umani andranno a sedersi in aule enormi, correranno e suderanno in palestre che verranno decantate dalla stampa locale. Impareranno a nuotare nelle due piscine, una dedicata alle ragazze ed una per i loro coetanei. Nell’auditorium a due piani, parteciperanno emozionati alle feste di fine anno e alle recite. Non noteranno, scorrazzando, i pavimenti in acero argentato, ma si fermeranno sicuramente di fronte a quell’apparecchio telefonico che permetterà di effettuare e ricevere chiamate: uno strumento unico, per questi anni. Drin, drin! Chi parla? Sono il futuro. Qui scuola Hutchins.
Giovinezza
Chiudete gli occhi. Riuscite a sentirne ancora le voci: l’acuta, la disperata, la tenue, la dolce. Alcuni, se ne stanno pensierosi appoggiati ai loro banchi mentre cercano la risposta ad un quesito di matematica. Altri, se ne stanno tutti agitati nel laboratorio dove gli viene insegnato a lavorare il legno. Gli brillano gli occhi mentre scoprono i segreti dell’elettricità e della fisica. Mordono la vita, inconsapevoli. Alcuni sbadigliano durante le interrogazioni. Si spintonano per vedere chi arriverà alla fine di questo corridoio. Qualcuno, monello, gratta un righello sulla lavagna nera, come il cielo che sta cambiando fuori. Si gira di scatto, lancia un gessetto ai compagni delle prime file. Due ragazzine, lassù sulla scala, bisbigliano un segreto: “Sono innamorata di Mark”. “Anche io”. “Bene, l’unione fa la forza”. Le risate. I brufoli. Qualcuno di loro, si capisce al volo, promette bene. Qualcun altro si sente incompleto, mentre stancamente calcia una pietra, ma si farà. Andrà tutto bene.
parole che ti fanno vibrare dentro….poi guardando le foto, e questo racconto, mi risuona, mi fa pensare, mi… commuove …
Complimenti del fantastico racconto e le stupende foto!
Come sempre, grazie per il bellissimo commento, Giorgio! A presto una nuova storia di vita a Detroit!